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Aumentano gli indios in Brasile

Europa, v.3, n.53, p. 2
17 de Mar de 2005

Aumentano gli indios in Brasile: dallo 0,2% della popolazione del '91 al 4,1% del 2000
SUDAMERICA _ I RISULTATI DI UNA RECENTE RICERCA REALIZZATA DAL DIPARTIMENTO DI ANTROPOLOGIA DELL'UNIVERSITÀ FEDERALE DI BAHIA

Giuseppe Bizzarri
São Paulo

"Sì, gli indios sono in aumento, ma questo non significa che vivano bene", dichiara a Europa l'antropologa demografica brasiliana Marta Azevedo, coordinatrice del progetto d'educazione indigena nell'Alto Rio Negro promosso dall'Isa (Instituto Socioambiental) di São Paulo. Azevedo si riferisce alla recente ricerca realizzata dal dipartimento d'antropologia dell'Università federale di Bahia che ha mostrato come in Brasile si assista a un'espansione demografica della popolazione indigena.
Secondo la ricerca dell'università bahiana, solo nello stato di Bahia vi sono circa 25 mila indios sparsi in 12 aldeias, villaggi. Nel periodo tra il 1993 e il 1994, la stima era di 22 mila individui. Lo studio si è basato sui dati elaborati da "Povos Indigenas do Nordest Brasileiro" (Pineb), un programma di ricerca che studia da 34 anni i costumi delle comunità índios nella regione. La ricerca del Pineb utilizza le statistiche dell'istituto Ibge (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatistica), il quale afferma Che nel 2000 la popolazione indigena è passata a rappresentare il 4,1 per cento della popolazione brasiliana.
Nel 1991 l'indice demografico indigeno registrato dall'istituto di statistica era dello 0,2 per cento: "In realtà i dati Ibge sono discutibili, poiché nel 1991, per la prima volta, sul questionário distribuito alla popolazione era riportata la parola "indio". Molta gente si è identificata con quest'etnia, anziché con quella negra o parda (mulatta), ma questo non significa che questi individui siano realmente indios", spiega l'antropologa.
Le stime demografiche sulle popolazioni indigene - sempre secondo Marta Azevedo - sono state realizzate più secondo gli interessi politici dei propri ricercatori che seguendo una reale metodologia scientifica. Il Brasile come nazione ha compiuto cinquecento anni nel 2000, ma ancora ignora l'immensa diversità dei popoli indigeni presenti nel suo territorio. Alcuni studiosi stimano che nel XVI secolo, la popolazione índia presente nel paese fosse tra i 2 e i 4 milioni di persone, appartenenti a più di mille gruppi etnici. Le stime d'oggi ritengono che il numero dei vecchi abitanti del Brasile raggiunga il numero di 370 mila individui, divisi in 220 gruppi, i quali parlano 180 idiomi differenti. La maggior parte di questa popolazione si distribuisce in migliaia di villaggi, situati in 614 terre indigene da Nord a Sud del territorio nazionale.
"Le difficoltà che s'incontrano in uno studio demografico sugli índios - afferma Azevedo - sono di due tipi: il primo riguarda la mancanza di dati attendibili e l'altro è quello legato all'uso di una metodologia analítica demografica adatta più per una popolazione di grande proporzione, il che non è certamente il caso dei popoli indigeni".
La crescita demográfica degli indios risale a circa 20 anni fa. Non è un fatto recente, quindi. È un incremento demografico di tipo "vegetativo", com'è definito dagli studiosi, ossia quando il numero delle nascite supera quello dei decessi. Si vive più a lungo perché sono migliorate le condizioni sanitarie e assistenziali. Ma il numero degli indios aumenta anche perché molti individui tornano ai propri villaggi. D'altra parte molti di loro adottano ormai elementi culturali estranei alla propria cultura d'origine. Sono in tanti a non parlare più la lingua madre, e in definitiva si potrebbe considerarli brasiliani.
La vita delle popolazioni indigene migliora nelle riserve localizzate nell'area amazzonica, dove l'aree destinate alle comunità hanno maggiori proporzioni. Nel resto del paese, l'indio deve sopravvivere in piccole riserve. Alcuni giorni fa è morto per denutrizione il sesto bambino Guarani Kaiowá in Dourados, nello stato del Mato Grosso do Sul. È il quarto caso registrato in febbraio. Robson Garcia Fernandes aveva due anni e mangiava da mesi solo spaghetti. I Guaranti Caiowá di Dourado sono circa 11 mila e dividono un'area di circa 3 mila ettari. È la terra indigena più popolata del Brasile.
Un tempo, l'indio viveva in um continente ed era lui che apparteneva alla terra. Se l'area dei Kaiowá fosse oggi usata per la riforma agraria, potrebbe accogliere solo 200 famiglie.
"La gestione ambientale del governo Lula è paragonabile a quellacondotta dai governi dell'est europeo durante il blocco comunista", afferma in proposito a Europa il carismático deputato Fernando Gabeira, militante della resistenza brasiliana durante la dittatura militare, che si è dimesso dal Partido Trabalhadores a causa del decreto governativo attraverso cui è stato liberalizzato il consumo dei prodotti transgenici in Brasile.
Le ribellioni degli indios sono diventate frequenti anche con il governo Lula. È durata 39 giorni la recente occupazione con archi e frecce della sede della Fundação Nacional do Indio a Manaus. Gli indios chiedevano le cose di sempre, ma una in particolare: che il rappresentante dell'organizzazione fosse scelto da loro e non dal governo.

"Cresce la popolazione india, ma non la qualità delle loro condizioni di vita"

Europa, 17/03/2005, v.3, n.53, p. 2

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